Iniziamo col dire che molti dei migliori vigneti tedeschi si trovano a nord, a latitudini quasi al limite della maturazione dell'uva, per cui a prima vista le probabilità di ottenere da quei vigneti i vini bianchi migliori di tutto il pianeta sembrerebbero scarse. Invece il vino nato qui ha una sua vivace eleganza, inimitabile e soprattutto introvabile altrove. Il segreto sta nel perfetto equilibrio tra due componenti: acidità e zucchero. Nelle buone annate, queste due componenti si bilanciano in modo così elegante che il risultato ha l’ineffabile armonia di un'opera d'arte.
Le zone più vocate sono la Mosella, Mittelrhein, Nahe, Pfalz e Rheingau, territori che si sviluppano principalmente lungo i fiumi Reno e Mosella. I fiumi trattengono e poi rilasciano il calore che serve alla giusta maturazione dell'uva, vista la latitudine a cui ci troviamo.
Tornando in tema, partiamo dall'etichetta. Se voglio un vino “secco” devo trovare la parola “Trocken”, che normalmente viene riportata già sulla parte frontale della bottiglia. Se invece leggessi “Kabinett”, “Spatlese”, “Auslese”, “Beernauslese”, “Trockenbeernauslese”, “Feinherb” o “Halbtrocken”, mi imbatterei in vini che hanno un residuo zuccherino importante. Si può spaziare dall'abboccato al dolce, per sconfinare in vini dolcissimi da meditazione che difficilmente si riescono ad abbinare alla nostra cucina, e altrettanto difficilmente trovano il nostro palato “pronto” ad apprezzarli.
Se non vi ricordate la parola “Trocken”, un trucco semplice per capire se siete davanti a un vino secco o dolce è guardare il grado alcolico; se è di almeno di 12,5 gradi o più alto sicuramente sarà il vino secco che stavate cercando.
Innanzitutto guardate la capsula; se vedete impresso il simbolo dell'aquila con al centro un grappolo d'uva, oppure anche solo la scritta VDP (Verband Deutscher Prädikats), sappiate che state prendendo un vino appartenete ad una piccola cerchia di produttori, che nel 1910 hanno dato luogo ad una classificazione dei vigneti e ad un disciplinare di produzione molto rigido, simile alle nostre DOCG. Siete inoltre sicuri di non prendere un vino con aggiunta di zuccheri in fase fermentativa. Se poi la capsula è dorata significa che quel vino è ancora più di qualità.
Questi ”viticoltori di qualità“ hanno inoltre suddiviso la classe produttiva dei vigneti secondo lo stesso schema della Borgogna. Ciò comporta una resa per ettaro controllata non superiore a 50hl, usare varietà di uve designate e seguire le pratiche e le costumanze locali nella produzione. Ma per non complicarvi inutilmente la vita, chiedete i dettagli alla vostra enoteca di fiducia, perché sulla bottiglia generalmente non è riportato nulla. Solo su vetro ed etichetta del miglior vino della cantina, che equivale ad un Grand Cru, cioè vino prodotto da piccole particelle di vigneto con bassissime rese, troverete impresse in rilievo due lettere, GG (Grosses Gewächs), che vengono riportate anche in etichetta. Questi sono vini molto costosi che però vi daranno emozioni uniche…credetemi.
Detto questo…direi che siete pronti. Correte ad acquistare una bottiglia di buon Riesling, tirate fuori i bicchieri giusti e godetevi la degustazione.
Roberto Re