Bere bene spendendo il giusto.
Champagne: le bottiglie.
Potrebbero sembrare un complemento senza importanza e invece sono fondamentali nella produzione di uno Champagne. Gli strani nomi dei grandi formati.
Il processo di maturazione ed evoluzione dello Champagne avviene completamente nella bottiglia, per cui questo elemento non è un semplice contenitore del prodotto finito ma la culla dentro la quale si compie la magia e nasce questo vino così elegante e raffinato.
Le bottiglie in vetro nascono in medio oriente, nella zona tra Mesopotamia e Siria, dove più o meno nel primo secolo a.C. si perfeziona l’arte di soffiare il vetro fuso. Con il passare dei secoli diventano sempre più funzionali ed eleganti e sempre più utilizzate per contenere i vini, sostituendo le terrecotte.
Furono i maestri vetrai inglesi, forse proprio perché nell’isola lo Champagne era molto apprezzato e i problemi legati al suo trasporto e conservazione molto sentiti, a produrre per primi bottiglie abbastanza spesse e resistenti da contenere senza problemi il prezioso vino. La tipica forma di queste prime bottiglie da Champagne non poteva che chiamarsi champagnotte, denominazione che ancora oggi contraddistingue le sagome impiegate da alcuni produttori.
In realtà, le bottiglie che si trovano normalmente in commercio si fermano al Jéroboam (3 l.); quelle più usate sono la Demi Bouteille (0,375 l.), la Bouteille (0,75 l.) e la Magnum (1,5 l.). Le bottiglie più grandi sono prodotte in numeri davvero minimi e comunque rappresentano simboli promozionali per determinate occasioni. Oltretutto non sarebbero neppure semplici da manovrare: una Melchizedec piena pesa più di 50Kg.!