Bere bene spendendo il giusto.
Bollicine: le più famose, lo Champagne.
Pur senza aver la pretesa di fare classifiche qualitative dobbiamo riconoscere che indubbiamente lo Champagne è il primo spumante a guadagnarsi la notorietà e la fama di eccellenza in tutto il mondo. Vediamo dove, come, quando e perché.
Dopo uno sguardo sugli spumanti in generale è ora di soffermarci sul più famoso ed amato, su quello che in tutto il mondo è conosciuto come sua Maestà lo Champagne.
Data l’importanza del soggetto, sarà d’obbligo dedicargli una serie di post partendo dalle origini (o meglio da quelle che si suppongono le origini, datol’alone di leggenda che circonda tutta la storia di questi vini), per poiseguirlo nella sua evoluzione fino ai giorni nostri, passando per gli oggetti,i personaggi e le curiosità che costellano questo mondo dorato.
Dunque si parte dal mitico Dom Pérignon che la leggenda vuole sia il padredello Champagne. E senza dubbio glielo dobbiamo, non per il fatto che lui abbia inventato il vino frizzante, sicuramente conosciuto prima di lui e non solo in Francia ma anche da noi in Italia, quanto per il fatto di aver saputo ottimizzare e codificare i processi produttivi.
Parleremo di oggetti apparentemente banali, come bottiglie e bicchieri, per capire invece come anche questi complementi facciano parte di un mondo speciale e siano assolutamente funzionali alla miglior conservazione e alla corretta degustazione di questi vini così nobili.
Per poi concederci qualche digressione più leggera sui personaggi che hanno contribuito a costruire il mito e la leggenda dello Champagne, esaltandone l’immagine fino agli estremi confini del mondo.
E per concludere vi faremo entrare nel mondo di chi lo Champagne lo produce, non con il solito tour in una delle grandi cantine dei marchi più commerciali, ma con una visita conviviale ad una simpatica famiglia di vignerons, che da più di un secolo lavora con passione sui terreni e nella cantina di casa, in quel di Verzenay, Grand Cru dello Champagne.
Naturalmente non potrà mancare un’attenta degustazione dei loro prodotti di punta a cura del nostro sommeiller di fiducia, Roberto Re.
Più che un esperto enologo pare che fosse un abile organizzatore, per cui il suo più importante contributo, almeno all’inizio, fu la completa ristrutturazione delle cantine e un accurato censimento dei vigneti. In un secondo tempo introdusse regole precise per la coltivazione, la raccolta e la vinificazione delle uve, migliorando notevolmente la qualità dei vini di Hautvillers, fino ad allora piuttosto modesta.
Dom Pérignon era poi dotato di un palato e di un naso sopraffino che gli permisero, quando il mercato lo richiese, di perfezionare la produzione a partire dalla coltivazione e dalla vendemmia.
Quindi introdusse regole precise per la conduzione dei vigneti e grande attenzione al prodotto che arrivava in cantina per la vinificazione. L'abate era solito assaggiare gli acini al mattino, subito dopo la raccolta, a digiuno, e mostrava le sue doti di degustatore componendo il taglio non solo in base alle tipologie delle uve ma più specificamente seguendo le esigenze di ogni singolo lotto.
Grazie a questi nuovi procedimenti dunque il vino della Champagne, che fino a quel momento non godeva certo di grande considerazione, si conquistò un posto in prima fila alla corte del Re Sole. Trampolino di lancio dal quale inizierà un’inarrestabile ascesa per conquistare il mondo intero.